Tra gli emendamenti discussi in Commissione Industria al Senato, spiccano diverse proposte legate al settore energia
Pioggia di emendamenti sul Disegno di Legge per il mercato e la concorrenza 2025. Attualmente all’esame della Commissione Industria del Senato, il provvedimento ha raccolto circa 400 richieste di modifica. Una trentina di queste toccano il comparto energetico, con particolare attenzione all’articolo 3, che riguarda la regolamentazione dei caricatori pubblici per veicoli elettrici. Nel dettaglio vi proponiamo le principali proposte di modifica.
Modifiche proposte alla legge anti-monopolio sulle colonnine di ricarica
Come già accennato, l’articolo 3 del Ddl Concorrenza 2025 introduce misure governative per prevenire pratiche monopolistiche nel mercato delle colonnine di ricarica pubbliche. La maggior parte degli emendamenti propone di estendere la durata delle concessioni da 10 a 20 anni. Il dibattito politico si concentra invece sulla percentuale massima di infrastrutture che un singolo operatore può controllare.
Precisamente, si legge: “A fronte di richieste di autorizzazione con caratteristiche comparabili, il comune dà priorità alle istanze provenienti da soggetti che detengono meno del 40 per cento del totale delle infrastrutture di ricarica installate o già autorizzate all’installazione nel territorio comunale”.
Su questo tema, Forza Italia e Lega spingono per aumentare la soglia al 50%, limitando però il calcolo all’ambito provinciale. Al contrario, il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) propongono di ridurre la quota al 25%.
Mentre, il M5S chiede che le procedure garantiscano che le nuove infrastrutture di ricarica «siano realizzate e gestite secondo criteri di sostenibilità ambientale, dando priorità agli operatori che utilizzano energia proveniente da fonti rinnovabili o adottano soluzioni a basso impatto ambientale».
Tra le proposte di modifica emerge quella presentata da Carlo Calenda (Gruppo Misto), che propone di rinviare al 2028 l’uscita dell’Italia dal carbone. Nel testo depositato si legge:
«Art. 9-bis. (Termine per l’esercizio delle centrali a carbone per la produzione di energia elettrica)
1.Il termine per l’attività delle centrali a carbone attualmente in esercizio per la produzione di energia elettrica, fissato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), è differito al 31 dicembre 2038 su tutto il territorio nazionale».
Sempre a prima firma di Calenda è l’emendamento che propone la delega al Governo in materia di rinnovo delle concessioni idroelettriche e geotermiche chiedendo una remunerazione dell’energia tramite CdF a due vie. Nel fascicolo si legge:
«Al fine di ridurre i costi per i consumi energetici e favorire la competitività del sistema economico nazionale, il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per modificare la disciplina relativa all’affidamento e rinnovo delle concessioni idroelettriche e geotermiche sulla base dei seguenti principi:
- definizione di un piano di investimenti condivisi con le amministrazioni concedenti, ai fini sia dell’efficienza economica che della sostenibilità ambientale;
- remunerazione dell’energia elettrica prodotta tramite contratto a due vie, assumendo un prezzo di esercizio da determinarsi a partire dal prezzo medio di borsa del decennio 2011-2020».
Fratelli d’Italia ha avanzato la richiesta di posticipare al 1° gennaio 2027 l’entrata in vigore delle nuove norme riguardanti la fornitura di metano e biometano per i veicoli, previste dall’articolo 39 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199.
Il Partito Democratico, invece, ha proposto di assegnare all’Acquirente Unico (AU) il ruolo di fornitore di energia elettrica al dettaglio per i “clienti domestici vulnerabili”, includendo anche chi risiede in strutture abitative di emergenza o in isole minori non collegate alla rete principale.
L’emendamento prevede che i clienti vulnerabili senza un contratto nel mercato libero vengano automaticamente trasferiti al servizio offerto dall’Acquirente Unico (AU), che avrà la facoltà di stabilire autonomamente i prezzi dell’energia elettrica. Inoltre, AU potrà scegliere liberamente le modalità di approvvigionamento, includendo contratti a lungo termine e fonti rinnovabili (PPA), con l’obiettivo di garantire la migliore stabilità di prezzo e continuità nella fornitura. L’impegno è di raggiungere entro il 2030 almeno il 65% di energia acquistata da fonti rinnovabili.


